lunes, 28 de marzo de 2016

Sorgente del Vino LIVE 2016 Piacenza

Como pasa el tiempo! Me acabo de dar cuenta que ha pasado más de un año desde mi último post en español en este blog! Lamentable. Pero la falta de tiempo es lo que hay, y no doy abasto para todo! A ver si puedo retomar mi vieja costumbre de traducir mis posts del inglés en seguida.

Acabo de volver de una feria de vinos naturales en Piacenza, una pequeña ciudad en el centro-norte de Italia (Sorgente del Vino LIVE 2016). Mi propósito era encontrar distribuidor(es) para mis vinos en Italia. Llevaba tienpo pensando que era un poco absurdo exportar mis vinos a paises tan lejanos como USA y Canadá, y no tener presencia en paises tan cercanos como Italia. Y más absurdo aun, teniendo en cuenta que soy medio-italiano! Italo-escocés para ser exacto!

La Feria

Mi primera y más fuerte impresión de la feria se puede expresar en cinco palabras: a, lu, ci, nan, te!

Me he quedado sorprendido y desbordado por el interés y entusiasmo hacia mis vinos, tando a nivel profesional como a nivel del publico amante del vino. Tocando madera, creo que probablemente haya encontrado por lo menos un distribuidor ya! (*) Pero fue a nivel de publico que más me ha impresionado. El tercer día de la feria me quedaba sin vino, porque lo había vendido casi todo. Y tabajé sin parar los tres días - al final tenía dolor de pies, de estar de pie tantas horas, y dolor de garganta de tanto hablar con la gente.
Mi mesa, vista por detras.

La verdad es que me siento un poco tonto por haber dejado pasar tantos años antes de empezar a trabajar con Italia. Creo que subconscientemente estaba pensando que en Italia tienen tantos vinos, y tan buenos tantos de ellos, que no habría interés alguno por vinos españoles; además, los vinos españoles tienen mala fama, por ser demasiado alcohólicos, pesados, cabezones y baratos. No es la verdad, claro, pero la realidad es que eso es la fama qie tienen en el extranjero. Por eso mi sorpresa ante tanto entusiasmo!

Pues ahora tengo que ponerme a trabajar. Aparte de negociar con los nuevos posibles distribuidores, tengo que terminar de podar (me quedan 2 ha), y tengo que embotellar unos cuantos lotes de vinos (unoas tres mil botellas en total). Tendré que escalvizar a mi familia y abusar de mis amistades me temo :)

Desgraciadamente no he podido vistar Piacenza, que tenía pinta de ser una ciudad muy bonita. No he visto nada más que la estación de tren, y unas pocas calles alrededor mientras buscaba unos regalitos.

Aprovecho este espacio y momento para dar las gracias a los siguientes viñerones: Andrea Cervini, quien me ha hospedado en su casa en la campiña cerca de Piacenza; Roberto Bragagni y Paolo Babini, quienes aparte de compartir unos buenos momentos y buenas cenas, me han proporcionado muchos contactos y clientes. Si encontráis los vinos de estos tres, recomiendo que los probais! Son todos naturales, sin química, hechos con variedades locales y todos muy expresivos de sus terroirs.
Desayuno espontaneo antes de entrar a trabajar

Y para terminar, un anécdota tragi-cómica. En el tren de vuelta al aeropuerto, el revisor me hizo bajar de tren (junto con otra decena de extranjeros) porque no habíamos convalidado nuestros billetes en una máquina antes de subir al tren. Yo, siendo italiano, sabía que había que hacerlo , pero se me había olvidado! Pero, alucino que el revisor hizo bajar a extranjeros que no tenían manera de conocer esta extraña costumbre. Encima, la estación donde bajamos estaba sola a 5 minutos del aeropuerto. Menos mal que iba con 4 horas de anticipo, asi que cogí el siguiente tren (una hora después) pagando €2,50 y convalidando el billete en la dichosa maquinita! ¿Qué pensarían esos pobres extranjeros? Especialmente si perdían sus vuelos. Bonito recuerdo de Italia tendrían.


(*) A la fecha de publicar esto, ya he enviado un pallet de vinos a La Pattuglia Enogastronomica, distribuidores de vinos y cervecas naturales, basados en Roma.





sábado, 13 de febrero de 2016

Etichette

Qualque anno fa, a un articolo che scrissi circa delle mie etichette, ci fu una valanga di commenti; e risposi a tutti qui. Be, due giorni fa è successo un altra volta, solo che questa volta era una sola persona che si è offesa! Ma comunque mi ha fatto pensare lo stesso, e ho scritto questo post.

(scusate il pessimo italiano in cui scrivo – le circostanze della mia vita hanno fatto che la scuola l’ho fatta in inglese!)

Prima di tutto, ecco l’etichetta in questione:

 

Prima di incominciare, vorrei mettere le cose in contesto; a me mi piace sempre ricordare:

1. È solo vino! Nel gran insieme di cose che sono importante e/o essenziali per me e per tanta altra gente, il vini e le etichetti sono ben poco importante! Sto pensando in cose come le tragedie humanitari dei Sirii, i Palestinesi, i Kurdi, i banchieri/economista/politici che stanno distruggendo la nostra società e impoverendo a millioni di persone, i pericoli delle centrali nucleari, la diforestazione, l’abuso dei minori, le balene, l’ozono, il Mare di Azov, ett, ett, ett.

2. Anche nel mondo triviale del vino, nella scala delle mie preocupazioni, le etichette mi importano assai poco. Molto piu importante, per esempio è la qualità del vino, la qualità della uva, l’impatto ambientale di coltivare la mia uva e di fare il mio vino, ett,

Detto questo, ora passo a spiegare la mia posizione e i miei pensieri sull'informazioe che scrivo sulle mie etichette.

Il mio primo e principale motivo per elencare tutti gli ingrediente e processi (incluso cio che NON ci metto nel vino, e i processi a cui NON sommetto il vino) è per informare al pubblico, ai possibili cliente, di modo che possano avere tutta la informazione possibile per decidere se gli interessa comprare il vino o no.

Fino a ora, tutto il feedback che ho ricevuto dai consumatori è stata positiva, e tutti erano molto contenti di averla ricevuta.

Lo spirito (anche se non sempre la lettera) di tutte le leggi riguardo gli alimenti è infatti la protezione del consumitore mediante la informazione.

Come forse sapete, o no, l’industria del vino è esento dai requisiti normali del etichetaggio degli alimenti. Sarei molto interssato in sapere come mai, perché non sono riuscito a scoprirlo da me fina ad ora. Pero curiosamente, i requisiti legali su quello che si puo scrivere e quello che è vietato scrivere sull etichette è strodinariamente complesso e dettagliato. Ovviamente c’è qualcosa che puzza qui, e l’interessi dei consumitori non si stanno proteggendo. Mi da l’idea che sono l’interessi della industria del vino che si stanno proteggendo.

La radice del problema è infatti la legislazione del etichetaggio, e quello è la mia seconda ragione per scrivere tanta informazione, cioè per chiamare l’attenzione al problema, generare un po di dibattito, e forse anche aiutare ad arrivare a una soluzione.

Seguendo la stessa filosofía, spiegherò anche perché NON scrivo tutta quella informazione:

NON la scrivo per farmi pubblicità o per fare del marketing furbo, per cercare di venderé piu vino. Fortunatamente, sono un piccolissimo produttore (circa 12,000 bottiglie al anno) e (fortunatamente) non ho problema alcuna per vendere tutta la mia produzione. Quindi non ho bisogno di aumentare le vendite. Mi potete credere o no, ma non c’è maniera di provarlo. (Filosoficamente o lógicamente, non existe maniera di provare qualsiasi affermazione negativa!)

NON la scrivo per denigrare o accusare altri vigneron onesti che lavorono duro. Questo lo dico perche diversi persone del mondo del vino si sono sentiti offesi, e vedono la informazione che scrivo sulle mie etichette come un attacco personale oppure sulle sue pratiche agricole o vinicole. Mi dispiace che se la prendino cosi, pero come ho detto, non è affato la mia intenzione.

Sfortunatamente c’è poco che ci posso fare riguardo la gente che si offende dove non c’è intenzione di offendere, ma solo la intenzione di proporzionare informazione al consumitore.

Una cosa che cerco sempre di fare è scrivere chiaramente e di maniera non ambigua cosi non trasmetto messaggi sbagliati, specialmente parlando di un tema polémico come questo. Cerco anche di mantenere il mio senso di umore e il mio cinismo irriverente sotto controllo, anche se mi piace essere irriverentemente cinico!

Penso che è ridicolo dire che cerco di segnalare nessuno o puntare un dito accusatore a nessuno. Ho ricevuto molti commentari del tipo “se tu scrivi quello, implica che….”.  Be, forse si e forse no, ma come si puo sapere se non lo affermo o nego io, lo scrittore. E se poi sto mentendo? Se potrebbe dire lo stesso su qualsiasi frase scritta.

Per esempio, ecco una frase molto comune che se vede su molti vini: “… uva ben selezionata…”. Ora io dico: "Che? Ma come osi dire che io non seleziono bene la mia uva?"  Lo capite?

Non c’è senso leggere le parole su una etichetta e poi dire che quelle parole “implicano” qualcos’altro.

Se io dico che “non aggiungo pezzettini di quercia al vino” vuol dire che non aggiungo pezzettini di quercia al vino. Non vuol dire che sto accusando altri vigneron di aggiungere pezzettini di quercia al vino. Non esiste soluzione utile a un argomento basado su cio che presumibilmente “implicano” le mie parole.

Un altra critica che ho ricevuto (da gente del vino, non da consumitori) è che sto tratando di essere piu bravo, o ecológico degli altri. Ma neanche questo è vero.

Io faccio quello che faccio (viticoltura biológica, senza química, senza processamenti innecessari) perche credo che sia la miglior forma di fare il vino. Cosi non inquino il medio ambiente ne metto a rischio la salute di miei clienti. Cosi credo io. Ho deciso che voglio lavorare cosi, e non ho niente da dire su come lavorono gli altri. Specialmente sulle mie etichette! Questa è una decisione personale che credo che sia corretta. È la mia piccola contribuzione a fare un mondo migliore.

In una conversazione privata o in un evento pubblico dove mi hanno invitato a parlare, non dubiterò a esprimere le mie opinioni su come certe aziende inquinano il medio ambiente o come aggiungono prodotti chimici e sostanze al vino. Ma sulle mie etichette no.

Implica tutto questo che altri vigneron inquinano o che aggiungono sostanze al suo vino? No, non lo implica, anche se il senso comune ci dice che alcuni si lo fanno.

A me mi garba pensare che sono una persona piuttosto pragmática e preferisco 'fare' e non perdere il tempo a parlare o lamentarmi degli altri. Per quello lavoro nelle vigne e faccio vino naturale senza chimica in cantina! Credo che è propio una perdida di tempo trattare di convincere gli altri a essere come me! Per quello non lo faccio. Ovviamente credo che io ho ragione, ma credo anche che non serve a niente trattare convertire gli altri al mio punto di vista.

Forse se tutte le aziende di vino usassero etichette come le mie (per legge o voluntariamente) e dicessero quello che mettono nel vino, allora i suoi consumatori avrebbero piu informazione e potrebbero decidere meglio se comprare o no. No capisco propio come mai non lo fanno. Hanno il diritto di non farlo, certo. Staranno facendo qualcosa di illegale? Penso che la grande maggioranza no. Staranno facendo qualcosa che non vogliono far sapere ai consumitori? Non lo so, e “francamente, me ne infischio”

Salute! Un brindisi a quello che c’è dentro della bottiglia, non fuori! J


viernes, 7 de febrero de 2014

Primer Post del Año - Tareas y Propósitos y Planes

Feliz Año Nuevo, etc. Espero que habéis sobrevivido!

Bueno, bueno, bueno, ... ya estamos en febrero del 2014!  ¡Como pasa el tiempo!  Hay tantas, tantas, tantas cosas que hacer,... y tan poquito tiempo!!!  ¿Qué os voy a contar?

Acabo de volver de Escocia (hace un mes ya!) donde llovió todos los días, pero todos los días. Pero me daba igual! Mientras estaba allí no hice nada digno de mencionar, simplemente dormí mucho, me tiré al sofá a ver la tele, y muy de vez en cuando salí a tomar una pinta de cerveza o dos! Y fue un muy bien merecido descanso, aunque lo diga yo, después de un intenso período de 6 meses de trabajo sin parar - limpiando, raspando, pintando, preparando la nueva bodega, seguido por más intensos meses de vendimias y elaboraciones de vinos.

Pues, despues del descanso y desconexión, ahora tengo que ponerme las pilas, y abordar, por lo menos, las siguientes actividades:

1. Podar/cuidar mis viñedos
2. Promocionar y vender los vinos que he producido
3. Decidir a que ferias de vinos ir
4. Terminar de arreglar y hacer bonita la nueva bodega

Podar / Cuidar mis Viñedos

Tengo hasta abril para terminar de podar. A la fecha de hoy (8 feb 2014) las hojas han caido ya hace tiempo, lo que quiere decir que la viña está dormida e inactiva, y ya ha retirado toda su savia y nutrientes al tronco y a las raices; por lo tanto se puede podar sin miedo a quitarle esa savia y nutrientes que le van a ser muy útiles cuando empieza a brotar en abril/mayo. Si empiezas a podar antes de la caida de las hojas, a largo plazo debilitas las viñas. Digo yo. Hay otros que lo piensan de otra manera.

Para mi no tiene sentido intentar planificar esta actividad, porque siempre surge algo que me impide ir a podar. Simplemente sé que 'hay que ir a podar' en cada rato libre que tengo! Tengo que podar 'por defecto' durante los próximos meses.

Este año tengo un total de 3 hectareas, ya que ahora he cogido otro viñedoa en El Tiemblo (Garnacha vieja), aparte de la hectárea en Carabaña (Airén/Tempranillo) y la hectarea en Villarejo (Malvar) que tengo desde hace tiempo (11 años y 4 años respectivamente).


2. Promocionar y Vender mis Vinos

Sí, señor! No tiene sentido llenar la bodega con botellas de vino, ¿verdad? Así que hay que venderlas todas!

Básicamente, tendré que sentarme delante del ordenador y escribir correos a unos cuantos importadores por todo el mundo, aparte de Estados Unidos, donde ya tengo a JosePastorSelections!

Pero no es tan fácil. Antes de escribir emails, hay que investigar y filtrar, porque no es buena idea trabajar con cualquier importador. Hay que buscar los que me convienen a mi, y a los quienes yo les convengo. Mis vinos tienen que encajar bien con sus carteras existentes y esos importadores tienen que ser capaces de posicionar mis vinos en los sitios correctos. Et cetera. Así que me espera unas buenas sesiones de navegación por internete. Después vendrán los correos y el envio de muestras. Y después, (espero) vendrán un montón de pedidos! Y después habrá que embotellar, encorchar, pegar etiquetas, meter en cajas, construir un palet, rellenar un montón de papeles, y quien sabe que más!


3. Decidir a que Ferias de Vinos debería Ir

El criterio básico aquí es el coste: el coste del billete o de la gasilina, el alojamiento, envio del vino, coste de la mesita en la feria, y gastos varios. ¿Merece la pena?  ¿Venderé tantas más botellas como para cubrir estos costes?  Pues, con la experience de varias ferias en los últimos años, la respuesta es un contundente ¡NO!
Pero por otro lado, un viajecito al extranjero a una feria de vinos es muy bueno para los ánimos, y mola charlar con otros productores que solo veo de vez en cuando, y con consumidores distintos. :)

Estoy pensando en estas ferias:

- REAL Fair (Londres) en abril (confirmado)
- RAW Fair (Londres) en mayo
- Villa Favorita (Italia)
- H2O Natural (Tarragona, España) en julio
- otras...

4. Embellecimiento de la Bodega

Ufff! Hay mucho trabajo que hacer aquí.  Aunque trabajamos muchisimo durante unos tres meses el verano pasado para adecentar la bodega, todavía queda muchas cosas que hacer para hacerla realmente bonita. Por el momento solo hemos hecho lo mínimo imprescindible para conseguir los permisos y licencias legales.

Las ideas que estamos barajando incluyen:

- Hacer una pequeña huerta en el patio
- Hacer pergolas o emparrados para las viñas asilvestradas que crecen en el patio
- Vender/tirar toda la chatarra/basura que encontramos en el patio y en la bodega
- Habilitar una sala o zona para catas en la bodega
- Habilitar unas pequeñas dependecias a lado de la bodega en la calle principal
- Se admiten sugerencias e ideas geniales :)

Hay más, pero sería demasiado entrar en tantos detalles!

[insertar fotos]

jueves, 21 de noviembre de 2013

Echando Vino a la Alcantarilla

El otro día eché unos 400 litros de vino a la alcantarilla. (bueno, fue en junio, pero voy muy atrasado con las traducciones de mis posts en inglés!)


A la alcantarilla
¿Porqué? Pues, porque había empezado a convertirse en vinagre.

Nunca me había pasado antes (¡te lo juro!). Se ve que siempre hay una primera vez para todo.

Es interesante que tuvo que ocurrir justo en aquel momento, porque llevaba tiempo enzarzado en debates (mejor dicho, en ciber-debates) sobre vinos naturales en general y sobre los 'defectos' de los vinos naturales en particular. Especialmente en le blog de Robert Joseph (aqui). Este hecho me hizo pensar, paranoicamente, que todo y todos estaban en contra de mi!

Pero primero, he aquí mis teorías sobre las posibles causas de esta pequeña tragedia:

1. Las condiciones ambientales. En aquel momento estaba compartiendo una bodega, y el espacio que usaba estaba justo al lado de la puerta principal. Entonces not tenía ningún tipo de control sobre la temperatura.

2. Falta de atención diaria al vino. Durante esa época no pude atender a mis vinos como se debe, porque estaba demasiado ocupado en otras tareas (buscando una bodega nueva, y una vez encontrada, en limpiarla y pintarla y prepararla para la inminente vendimia y vinificación, y a continuación en la vendimia misma!)  Ver estos posts previos:

3. El hecho de no usar sulfitos. Quizás este vino habría sobrevivido si hubiera usado algo de sulfitos. Como he dicho en otras ocasiones, no tengo nada en contra del uso moderado y razonable de los sulfitos. Solo estoy en contra de su ABbuso. De todas formas, el caso es que ni tuve tiempo ni oportunidad de usalos y posiblemente salvar ese lote de vino. En fin!

Sean cuales fueran las causas, la pregunta más interesante para mi era "tiralo o no tirarlo?"  Porque yo he catado vinos que tenían una acidez volatil mucho más alta, y que se aproximaban much más al vinagre, que el vino que tiré. Por una lado, creo que hubiera podido embotellarlo perfectamente y ponerlo a la venta. Pero por otro lado creo que durante el último año he cambiado mi actitud y opiniones sobre lo que es un vino natural y sobre lo que son sus denominadas 'faltas' o 'defectos'.

Creo que el vino que tiré se habría considerado 'defectuoso' por el mundo del vino 'convencional', pero habría sido aceptable por muchas personas dentro del mundo del vino 'natural'.

Luego está la cuestión de mi gusto personal. Creo que soy bastante abierto y tolerante en general; de hecho sé que puedo disfrutar de vinos que otros consideran 'defectuosos', pero no me gustan especialmente los vinos que tienen un acidez volatil muy alta. Me gusta beberlos de vez en cuando, pero no habitualmente, y no me siento a gusto produciendo ese tipo de vinos. Uno de los propositos u objetivos principales en mi proyecto o negocio de vino es el de producir vinos que expresen el terruño ('terroir') de donde proceden y de su variedad, de manera más fiel y natural posible. Y, en mi humilde opinión, vinos que tienen una acidez volatil muy alta simplemente no pueden expresar su terruño. Un vino que sabe a vinagre, sabe a vinagre, y no se puede apreciar su variedad, su suelo, su clima, etc No se puede apreciar nada aparte del sabor a vinagre! Así que lo eché a la alcantarilla!

Al final, estoy en paz con migo mismo. Por un lado, estaba vacilando si tirarlo o no. Estaba pensando en la pérdida de dinero, y en el tiempo y cariño que dediqué a producirlo. Pero, por otro lado, solo el pensar que ese vino-vinagre estaría a la venta me producía algo como malestar o verguenza!!! No sé.

Ha sido una buena lección. No solo desde el punto de vista técnico (como cuidar y proteger el vino), sino desde el punto de vista de que tipo de productor quiero ser y que clase de vinos quiero producir.

bye bye vino

martes, 16 de julio de 2013

Nueva Bodega – Obras y Trabajos


He aquí las últimas noticias sobre los trabajos que estamos haciendo en la nueva bodega.
Han sido unos dos meses (mayo y junio) bastante intensos, ya que tenemos que tenerlo todo terminado para la vendimia del Albillo, que en esta zona va a ser a mediados de agosto.
Los trabajos más difíciles fueron:
1.      Raspando y pintando el techo. Tuvimos que alquilar una plataforma móvil para poder llegar a los punto más altos
Raspando y pintando (1) - Una voluntaria!
Raspando y pintando (2) - La plataforma móvil
Raspando y pintando (3) - Un servidor
Raspando y pintando (4) - Mi amigo Fermín

2. Otro trabajo duro fue limpiar las paredes de los depósitos de hormigón ‘conos’.
Lavando los conos (1)
 
Lavando los conos (2)

3. Y el tercer trabajo que nos costó bastante fue pintar el suelo de la zona de elaboración con pintura epoxi

...fotos

Hicimos todas estos trabajos nosotros mismos, con la ayuda de amigos y familia, si no el coste habría sido prohibitivo, y no podríamos haber abordado este proyecto.
También tenemos que habilitar un cuarto de baño, un cuarto de embotellar, y una oficina/laboratorio
 
 
Futuro cuarto de baño

A partir de ahora (principios de julio) tenemos que terminar toda una serie de trabajos ‘menores’. Ante todo tenemos que terminar de pintar; aunque no sea esencial desde el punto de vista técnico para hacer vino, si es importante desde el punto de vista estético y psicológico; la bodega tendrá un aspecto mucho mejor para cuando llevemos visitas, y a mí me hace sentir bien a ver un resultado físico después de tanto curro!
Hace unas semanas vino una inspectora de Sanidad y nos dio su aprobación provisional, pendiente la terminación de unas obras para conseguir la aprobación definitiva:
-   Instalación de falso techo en el cuarto de baño
-   Instalación de falso techo en el cuarto de embotellar
-   Instalación de caldera de agua y rejilla de ventilación en cuarto de baño
-   Instalación de dispensador de toallas de papel, cerrojos y armario en cuarto de baño
-   Instalación de mosquiteras en las ventanas
-    y unas cuantas cosas más
Además de estas cosas que son necesarias legalmente, tenemos que hacer más cosas aun:
-   arreglar las rejas de seguridad en las ventanas
-   vender o tirar un montón de chatarra
-   arreglar y hacer bonito el patio
-   habilitar un espacio para catas
-   y unas cuantas cosas más!
Cinta transportadora, para el chatarrero

Otra cinta para el chatarrero
¡Ay, como está el patio!
 
¡El patio tá mu mal!


Por último, tenemos que arreglar la instalación eléctrica. Esto nos va a costar una pasta gansa, y todavía estamos pidiendo presupuestos y buscando la manera de abaratar el coste.
El hacer todos estos trabajos significa que no he podido atender ni a mis viñedos en Carabaña y en Villarejo (tienen un aspecto aun más salvaje que de costumbre) ni a mis vinos en la antigua bodega en Morata de Tajuña; tampoco he podido escribir mucho en mis blogs, ni estar en Twitter o en FaceBook como de costumbre, ni ir a catas o eventos relacionados con el vino.
Pero no me quejo! Porque estoy haciendo lo que llevo más de 10 años esperando hacer :)
De hecho, estoy feliz! Jodido y cansado, pero feliz :)

jueves, 6 de junio de 2013

Nueva Bodega


  ¡Por fin! 

Después de unos dos años de búsqueda, por fin he encontrado una bodega que cumple no solo con mis criterios personales, sino con todos los criterios legales y burocráticos también.
¡No me lo puedo de creer!  Pero firmé el contrato el otro día, así que debe ser verdad!


Firmando el contrato para la nueva bodega

Creo que estoy aun en una especie de estado de shock o de anublamiento existencial! Como cuando te conviertes en papá, o compras una casa nueva, o empiezas un trabajo nuevo (¡o algo así!).

Pero no solo eso. Es mejor aun. Porque la bodega es más allá de mis sueños más surrealistas. Durante los últimos dos años, conforme iba pasando el tiempo, mis aspiraciones se iban haciendo cada vez más pobres, y acabé mirando naves que eran funcionales pero feísimas, es decir naves en políganos industriales de los pueblos. Mis expectativas se redujeron a la mera funcionalidad (mínimo de espacio, luz eléctrica homologada, posibilidad real de obtener una licencia, etc) y se me olvidó todo lo bonito del asunto – la estética, la belleza del edificio, el entorno, posibilidad de llevar visitas y de estar allí y disfrutar, y no solo trabajar!

De allí mi incredulidad. Porque la bodega que hemos encontrado es un edificio histórico en todo el centro de un pueblo no demasiado lejos de Madrid, en la Sierra de Gredos; y que en su día fue una bodega cooperativa, hasta que se fue a la quiebra hace unos dos años.

La nueva bodega! – Vista de enfrente, del otro lado de la calle

El espacio es simplemente enorme – tiene una capacidad para 1,2 millones de litros. Unos 50 conos de hormigón, de obra, de unos 16.000 litros cada uno. Vamos a parecer como ratoncitos en una catedral, porque este año no vamos a usar los conos, sino que haremos vino en nuestros pequeños cacharros artesanales – unos 15.000 litros como mucho!


Vista desde dentro – planta baja

Voy a compartir el edificio, y los gastos, con otro productor de vinos, Daniel Ramos (Finca Zerberos) a quien le pasaba exactamente lo mismo que a mí, es decir estaba buscando un sitio proprio donde poder hacer vino. Nos encontramos por pura casualidad el año pasado en una cata a ciegas en Sotillo de la Adrada, así que nos pusimos de acuerdo en buscar un sitio juntos. Y así fue.


Vista desde dentro – primera planta

Ahora es una carrera contra reloj para preparar el edificio para la vendimia, que vas a ser a mediados de agosto (para el Albillo). Y hay MUCHO trabajo para hacer, ya que el edificio lleva dos años cerrado y está muy sucio; además ya no cumple con todos los requisitos de sanidad, ya que nunca se actualizaron las instalaciones desde el 1958, año en que se levantó el edificio.
Como poco, tenemos que arreglar el tejado, raspar y pintar el techo y paredes, cambiar las instalación eléctrica, reformar el cuarto de baño, y quien sabe qué más! Ya lo sabremos cuando vienen los inspectores de Sanidad, de Industrias, y de no sé qué más sitios!

Un servidor pintando un poco!
Continuará  :)



 
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